venerdì 7 giugno 2013

Avventura nell'orto

Poco dopo la metà di aprile, in piena fioritura degli alberi di ciliegie, amarene e duroni è iniziata la mia avventura con l'orto. Era già da alcuni anni che sentivo il bisogno di recuperare una forma di contatto con Madre Terra, di affondare le mani nel terreno (anche a rischio di qualche incontro per me terrorizzante), di vedere "piccole cosine verdi", che nascono e crescono, e anche di poter cogliere e assaporare i suoi frutti. Questo bisogno ben si sposava con la mia esigenza di benessere, di cibo più sano, di colture biologiche e a km zero; mi piaceva anche l'idea di far vedere ai miei bimbi cosa succede piantando un seme per terra e che, come cantano loro, "per fare tutto...ci vuole un fiore"!
Per un paio di anni ho giocherellato con i pomodorini, le carote, il basilico e anche qualche zucchina sul mio piccolo balcone, ma quest'anno...è nata una società.
Faccio parte di un gruppo di colleghe, che nel dopo lavoro sono capaci di organizzare un matrimonio da cima a fondo (cerimonia, catering, intrattenimento e servizio fotografico) come regalo di nozze per una di loro: cosa poteva essere in confronto un orto?
I problemi fondamentali per iniziare e portare avanti questa esperienza erano fondamentalmente due: dove trovare la terra e come fare a gestire l'orto in periodo di ferie.
Per il primo problema la soluzione ci è stata molto generosamente offerta dai genitori di una del gruppo che, vivendo in campagna ci hanno prestato una lunga striscia di terra, da dividere in cinque orti da 15 metri quadri a testa. Per la seconda difficoltà serviva la società. Il fatto di essere colleghe dello stesso servizio ci garantiva, anche in periodo di ferie, la presenza di almeno due di noi sul territorio.
E così  le basi del "gioco" erano pronte. Abbiamo vangato, zappato, concimato (in realtà questa esperienza l'abbiamo lasciata tutta ad una sola di noi, che ancora ci ringrazia...) seminato, trapiantato, innaffiato; ci siamo confrontati con le lumache e i vari modi naturali di non farci mangiare tutta la nostra insalata (birra, cenere, caccia notturna, ecc...). Abbiamo sfruttato le consociazioni favorevoli, abbinando pomodori e basilico, carote e cipolle, ecc... e piantato fiori e piante che attirassero gli insetti benevoli.
Ognuna di noi ha personalizzato il suo piccolo appezzamento coltivando quello che più avrebbe consumato e attraverso ingegnosi sistemi di classificazione delle piante, o con eleganti segna colture in metallo rosa, o ancora con disegni delle verdure fatti dai propri figli. Sono stati coinvolti tutti: genitori, mariti, figli, nonni e amici in una squadra di lavoro che si sta trasformando in festa.
Ora a poco più di un mese di distanza dall'inizio di questa avventura cominciamo a raccogliere i frutti: quantità industriali di insalata, zucchine che a volte, sbagliando i tempi, diventano grandi come melanzane, tanto basilico e ravanelli. Cominciano a far capolino i primi peperoni con i loro fiori bianchi, qualche grappolino di pomodori e i primi fiori viola di melanzane. A casa si mangia molta più verdura, assolutamente biologica e a km zero, si imparano tantissime cose nuove, si trascorre molto più tempo all'aria aperta, e, per quanto mi riguarda, si sperimentano nuove ricette estive e si sognano conserve di pomodoro fatte in casa, melanzane e peperoni sott'olio e pesto alla genovese. Vi terrò aggiornati sui nostri progressi e vi lascio con qualche foto, per farvi venire voglia di iniziare questa splendida esperienza.
 






Insalata da taglio con disegno di Ginevra che identifica la coltura 
Fiore di melanzana

Porro gigante in crescita


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